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PSICOFISICO SAVASANA

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Storia e Filosofia Yoga

La Rubrica

A CURA DI LAURETANA TREVISI

In questa sezione potrete trovare tutte le info inerenti alla Filosofia Yoga.
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centro benessere yoga savasana romaStoria e Filosofia Yoga

Filosofia Yoga

centro benessere yoga savasana romaStoria e Filosofia Yoga
Lo Yoga è una “saggia disciplina” antichissima.

Si può parlare di un’umanità che adorava il sole, la luna, il mare, gli animali, la tempesta e quant’altro come Divinità e che in principio significò sottomissione alle forze esterne (Divinità) e poi diventò unione con queste forze (Divinità).

Molti si ritirarono nelle foreste ed iniziarono a fare “introspezione”. Iniziarono a capire la “costituzione fisica” e come poter migliorare il suo funzionamento.

Lì avvenne l’origine di un certo tipo di Yoga che durò 6000 anni e fu in questo periodo la produzione degli scritti più antichi i Veda e l’ essenza dei Veda.

I primi reperti archeologici che testimoniano l’origine dello yoga (statuette che raffigurano Divinità, asceti in posizioni yoga) furono rinvenuti 4.000 anni fa in Panjab nella Valle dell’Indo a Monhenjo Dara ed Harappa. Questi ritrovamenti fanno pensare che la datazione dello yoga possa risalire molto molto prima.

In senso ampio tutta la conoscenza può essere compresa in due grandi categorie: sruti esmriti.

Sruti è la tradizione “ascoltata” dai veggenti Rishi in stati meditativi.

Smriti è la tradizione orale “bisbigliata” da Maestro a discepolo.

Della tradizione sruti fanno parte tutti i Veda. Le smriti sono gli scritti successivi ai Veda compilati nel Periodo Epico: il Mahabharata , il Ramayana , i Purana , Sutra “Aforismi delloyoga Sutra di Patanjali ” e i commentatari delle Scuole Filosofiche o Darshana (scolastico).

La Bagavad Gita (parte centrale del Mahabharata) è considerato uno dei testi indiani più importanti e fondamentali perché riunisce tutte le Scritture Indiane precedenti dai Veda in poi. Il testo appartiene sia alla tradizione smriti che alla tradizione sruti essendo rivelata da Krisna ad Arjuna in un dialogo simbolico tra l’Assoluto (Krisna) e l’Anima individuale (Arjuna).

La prima datazione indiana scritta si rinviene nei Veda (1600 – 300 AC), i testi indiani più antichi (SHASTRA).

Il termine Sanscrito Vedico Veda significa il “Sapere”, la “Conoscenza, la “Saggezza” e rappresentano i più antichi documenti dello Spirito Umano; sono stati definiti “la Scienza Sacra”.

Sono composti da 4 raccolte: RgVeda, YajurVeda, SamaVeda, AtharvaVeda. Ogni Veda, a sua volta, è suddiviso in 3 sezioni: Brahmana , Aranyakas e Upanishad.

RgVeda: versi metrici composti per essere recitati a voce alta. E’ il testo principale e più antico. Esso si compone di una raccolta di 1028 inni denominati Sukta.

YajurVeda: in prosa e con versi atti ad essere mormorati durante i sacrifici del fuoco.

Samaveda: una riorganizzazione degli inni del RgVeda in metrica cantabile.

AtharvaVeda: è il trattato delle formule magiche e della medicina. Contiene formule magiche ed incantesimi ma anche leggende e testi secolari.

Interpreta i rituali di sacrificio e l’altra che ne commenta il lato filosofico. I sacrifici ed il loro rituale erano subordinati alla comprensione mistica del rituale stesso.

Gli Ananiakas sono testi destinati a coloro che scelgono di dedicare la vita alla ricerca della Sapienza vivendo in Eremi o nelle foreste e focalizzano principalmente il lato filosofico dei sacrifici e dei rituali.

Le Upanishad : (le speculazioni filosofiche accessibili a tutti) sono trattati mistici che si occupano della natura del “Divino” e della relazione tra l’Anima e la Materia rappresentando la vera fruizione del Pensiero Filosofico e religioso Vedico. Le Upanishad divennero con il tempo i veri Veda dei filosofi Indù. Dalle Upanishad nascono sei scuole filosofiche (Darshana) che, riconoscendosi nei Veda, sono definite Ortodosse: Nyaya, Vaisheshika, Mimamsa, Sankhia, Yoga e Vedanta.

Le scuole più diffuse in Occidente sono lo Yoga e il Vedanta.

Lo Yoga codificato da Patanjali riunisce i principali sentieri Yoga che si sono delineati in base alle naturali inclinazioni individuali. E’ anche definito Ashtanga Yoga (lo Yoga degli 8 passi)Yama , Nyama , Asana , Pranayama , Pratyahara , Dharana , Dhyana e Samadhi.

YAMA: auto-controllo ovvero controllo del proprio comportamento. Ci sono almeno cinque “cattive qualità” da sottoporre ad autocontrollo (Violenza- Falsità-Rubare-Intemperanza-Sensualità priva di controllo-Bramosia).

NYAMA: auto-disciplina ovvero “ciò che si deve fare” azione positiva (Pulizia-Contentezza-Austerità-Studio di sé-Devozione a un ideale).

ASANA: la posizione del corpo in una determinata forma (Albero – Cobra – Pesce – Candela etc). Nell’esecuzione si cerca l’unità corpo-mente e si accede alla percezione del “piano sottile”. Per il mantenimento dell’Asana Patanjali dice: la Posizione stabile e comoda nella quale si annullano gradualmente le tensioni. La mente è spettatrice consapevole. La durata dell’Asana è percepita soltanto nell’istante presente.

PRANAYAMA: controllo della Forza Vitale attraverso il controllo ritmico del respiro. Tale controllo avviene attraverso le 4 fasi del respiro: inspirazione-trattenimento-espirazione-trattenimento. Attraverso modelli ritmici della respirazione profonda e lenta avviene il “ritiro dei sensi” ed il controllo della “mente” che diventa un mezzo per la giusta concentrazione.

PRATYAHARA: controllo dei sensi attraverso gli organi dei sensi. Attraverso i nostri sensi (udito, vista, tatto, odorato e gusto) siamo costantemente esteriorizzati e dominati dal mondo esterno. Con la Volontà e le tecniche di Pranayama si impara a tenere sotto controllo i sensi per essere in grado di passare alla Concentrazione che porterà alla Meditazione.

DHARANA: concentrazione. L’arte di saper concentrare la mente in un’unica direzione. Rappresenta l’anticamera alla Meditazione (Dhyana).

DHYANA: Meditazione. La mente e il cuore sono liberi dall’attrazione del mondo e sono Conoscenza e Liberazione. Questo è il cancello dove si arriva alla contemplazione “Samadhi”.

SAMADHI: contemplazione. E’ interpretato come stato di unione del sé individuale con il sé universale. Nella Contemplazione noi smettiamo di pensare, trascendiamo la Mente, noi diveniamo.
Patanjali dice: “quando la mente, concentrata su un solo oggetto, è così lontana da darci l’impressione di non esistere, allora quello è Samadhi”.

LO YOGA e gli YOGA

Lo Yoga riunisce in sè i principali sentieri Yoga che si sono venuti a delineare.

Il termine Yoga deriva dalla radice yuj che significa riunire, aggiogare. Dalla stessa radice deriva il termine italiano “giogo” ed il termine latino “iugum” che possono essere considerati la traduzione più letterale.

Varie sono le forme di yoga; elencheremo le categorie principali:


HATHA YOGA

Lo yoga del Sole e della Luna _lo Yoga della “forza” .

E’ la forma di yoga più conosciuta in Occidente ed è quindi associato simbolicamente al Sole “ HA” (parte maschile, destra, energia positiva, diurna, esteriore, ciò che è visibile, la parte anteriore del corpo, la metà sinistra “razionale” del cervello) e alla Luna “ THA” (parte femminile, sinistra, energia negativa, notturna, interiore, ciò che è invisibile, la parte posteriore del corpo, la metà destra “istintiva ed intuitiva” del cervello). Opposti polari per ricreare un essere non più frammentato dalla dualità della nostra condizione ordinaria. Il luogo dove non esiste più dualità è il Mondo dell’Estasi, conosciuto come Samadhi, dove si realizza l’unione con il Principio Divino poiché separati e frammentati vuol dire separati dal Principio Divino.

Il superamento degli opposti si ottiene attraverso le purificazioni ( Shat karman ):

Asana ( Posizioni Yoga )

Pranayama ( il controllo del Soffio Vitale )

I Mudra ( Gesti Magici )

I Bandha le legature )

I Chakra centri energetici del Corpo Sottile )

Il Raja e Kriya (entrambi mirano a liberare il pensiero dall’inerzia operando ciascuno in modo diametralmente opposto) si attuano una volta raggiunta una buona padronanza di Asana, Pranayama, Mudra e Bandha.


RAJA YOGA

Il Raja Yoga è lo Yoga Regale (Rajan=Re), lo Yoga della Azione nella Inazione, cioè lo Yoga della Meditazione. Il RajaYoga consiste nell’immobilizzare ogni attività esteriore ed interiore per collocarsi al “centro” nel “fulcro della realtà” raggiungendo una stasi attiva. Oltre alla dualità inferiore (sentimento-pensiero) vi è una dualità superiore (Mente-intuizione). Lo scopo del Raja Yoga è quello di arrivare al controllo dei veicoli inferiori (corpo fisico, emozioni-pensieri) attraverso il più alto principio dell’uomo: la volontà.


KRIYA YOGA

Il termine Kriya deriva dalla radice “Kr” che significa “muoversi, agire. Il Kriya Yoga si fonda ed agisce sul pensiero (emozioni-pensieri ossessivi e ripetitivi, inerzia); costringe il pensiero a muoversi entro “particolari circuiti” che consentono di sfogare la necessità a muoversi canalizzandola opportunatamente. Il pensiero viene progressivamente depurato dall’inerzia e diviene più “leggero”.
Cosicchè: inizia a muoversi sempre più velocemente…sino ad arrivare alla “velocità del pensiero” e riesce a raggiungere lo stato di “pura luce” priva della “pesante materia” e della frenesia a muoversi instabilmente.
Il fine del Kriya è Dhyana (Meditazione): la pura luce della mente che illumina il corpo. E’ una sorta di concentrazione che si attua facendo lavorare la mente.

Il Kriya Yoga ed il Raja Yoga hanno il medesimo scopo ed ottengono il medesimo risultato utilizzando mezzi profondamente diversi.


KARMA YOGA

Karma vuol dire “azione” quindi il Karma Yoga è lo yoga dell’azione.
Con il Kriya yoga il concetto di azione è relativo al “Mondo Interiore” il mondo del pensiero, nel Karma Yoga l’azione è relativa al “Mondo Esterno”.
Anche in questo caso ci si trova a fare i conti con una “realtà pesante” che induce all’Inerzia che equivale a “Morte”.

Il fine del Karma yoga è quello di vincere questa inerzia ed ottenere la perennità dell’esistenza.

L’azione ininterrotta del Karma-yogi si esplica in 2 direzioni: verso il “Mondo Grossolano” e verso il “Mondo Sottile”.

Verso il Mondo Grossolano il Karma-yogi espleterà il suo compito nell’agire ininterrotto senza porsi alcun fine altrimenti si verificherà un momento di stasi che impedirà l’azione. Il suo agire no sarà motivato da alcun fine (né pratico, né ideale) ma soltanto dall’impulso a fare non egoistico ma determinato dall’impulso che la Naturo ha fornito ad ogni sua creatura. Tale impulso porta ad agire secondo la Legge della Natura (Dharma) e l’Armonia dell’Universo (Rita). Il Karma-yogi agisce come strumento della “superiore volontà della natura” e non per sé, cosicchè la sua intenzione, la sua personalità e quindi la sua persona non interferisce con quanto va compiendo.

Verso il Mondo Sottile l’azione del Karma-yogi non è più relativa ad un movimento materiale (non compie più azioni concrete relative alla realtà esterna) ma dovrà compiere azioni “concrete” ma nello stesso tempo “sottili”. Le uniche azioni che risultano essere concrete ed allo stesso tempo sottili sono le “azioni religiose”. I vari Riti Sacrificali e tutti gli aspetti dei rituali e cerimonie sono connessi con il Mondo Imponderale. Lo scopo è di impedire al principio dell’inerzia di manifestarsi, inoltre, le azioni Religiose corrispondono perfettamente all’ideale del Karma-yogi riguardo il disinteresse totale per quanto effettuato e del non coinvolgimento della propia e lui.


BAKTI YOGA

Bakti vuol dire devozione quindi il Bakti Yoga è lo Yoga della Devozione. Si rivolge direttamente al Principio Divino trascendente che adora come unica forma della realtà tralasciando la Manifestazione che considera effimera ed illusoria che oscura l’aspetto spirituale della realtà. Il Bakta si rivolge direttamente al Divino adorandolo con preghiere, offerte, cerimonie e rituali ed ambisce a servirlo con tutto il proprio essere. (Casta Sacerdotale).

Le forme di Bakti Yoga sono innumerevoli tuttavia ognuna rientra nei parametri evidenziati.


MANTRA YOGA

Mantra deriva da manas “ciò che è tipico dell’uomo” e da trana “liberare”. Il Mantra Yoga è lo yoga che libera da ciò che è peculiarmente umano nell’essere. Dal punto di vista dello Yoga, la condizione umana non è né l’ultima né la superiore, va quindi “liberata”. Il Mantra Yoga mira a superare la stessa condizione regale per restituire all’essere la propia Dimensione Cosmica e successivamente la sua natura spirituale originaria. Dal momento che la condizione spirituale è collegata al Principio, il quale è detto “puro Nome senza Forma”.

Il Mantra Yoga si avvale di tutti i mezzi che sono legati al Nome e quindi alla Parola.
Si attua e si realizza attraverso la concentrazione, la meditazione, la pronuncia sussurrata, pensata o a piena voce di canti, giaculatorie, parole magiche, fonemi archetipici ecc, utilizzati a seconda delle diverse scuole e dei diversi scopi per i quali viene utilizzato. Per centrarsi nella condizione umana ordinaria ci si serve di una recitazione vocale, a voce più o meno alta, e per lo più in coro. Per centrarsi nella mentale per oltrepassare la condizione umana si utilizza “il suono senza suono”, ovvero si iniziano ad utilizzare il Nome o il Verbo.


SAMKHIA YOGA

Il Samkhia Yoga è lo Yoga dei numeri (Samkhia = numero), è lo Yoga che enumera le manifestazioni del Divino.
La Manifestazione, come si presenta al nostro sguardo, è molteplice costituita da molteplici parti. L’uomo è costituito da innumerevoli parti (atomi, molecole, cellule, organi, apparati) ma nello stesso tempo è Uno, un tutto indivisibile, cosi’ anche ciò riusciamo a comprendere.

Il Samkhya yoga cerca di portare l’intelletto dello Yogi alla comprensione di livelli di integrazione più elevati, attraverso i quali comprendere una realtà sempre più vasta e sempre meno separata. Se il Corpo del Cosmo è Uno, ma noi lo vediamo come innumerevole e molteplice, vuol dire che esso si è suddiviso progressivamente in questa molteplicità. Il Samkyia elenca 9 gradi di suddivisione essendo come da Noi percepito.

Tutto il Samkyia yoga si attua nella comprensione di questi 9 livelli compresi i quali si è realizzato lo Yoga ovvero il processo reintegrativo verso l’alto e verso il basso, giacchè il nostro stato corrisponde al 7° livello.


JNANA YOGA

Lo Jnana Yoga è lo Yoga della Gnosi, ovvero lo Yoga attuato dal Saggio e si occupa di ciò che è al di là della manifestazione più semplicemente di Dio. Questo suo occuparsi del Principio non si manifesta attraverso un atteggiamento fideistico o devozionale, ma attraverso la comprensione (assimilare, inglobare, fare proprio, divenire come). Lo Jnana –yogi è un Saggio che si eleva sopra la condizione umana, sino a divenire il Tutto, poi il Principio stesso e infine l’Assoluto che è al di là dello stesso Principio. Egli tende al Quarto Stato ove è lo Strumento, origine di ogni esistente e ove dimora il Liberato. Lo Jnana yoga non è un filosofare ma è una attività totalizzante l’essere, il quale vive secondo questo modo di intendere, attuando la propia vita in modo significamente diverso dagli altri esseri umani poiché “vede”quel che gli altri non vedono.

L’inversione è totale per cui non è possibile spiegarla alla saggezza degli uomini; è un’ arte che va appresa ai piedi del Maestro vissuta nella totalità essenziale di “colui che sa”.

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